Nel 1987 Giuseppe DONADIO e Stefano CARTA, pubblicavano il libro "La Gestalt Analitica". Si parlava già (io avevo 21 anni) di terapeuta-sciamano "... Il terapeuta gestalt analitico in un certo senso unifica i caratteri dell'analista e dello sciamano...". Si riprendevano la psicologia archetipica e il mondo simbolico di Jung e dei miti greci, "... Un paziente, nel gruppo diventa mito per l'altro, ...mentre abreagisce il proprio mito...". Si riprendevano assunti delle terapie corporee e dello psicodramma, ritenendo assolutamente fondante la conoscenza dell'analisi del controtransfert, (definita dagli autori "ferita dell'anima"), e dell'interpretazione. Si parlava di costellare un mito, "... il mito del paziente gestalt analitico costella quello dell'analista-sciamano. Entrambi divengono quindi, nel discorso analitico, parlatori e parlati di un inattingibile Testo...". Di lì a qualche anno sarei diventata una terapeuta gestalt analitica, per poi crescere in tante altre realtà e ritornare, più esperta, alle Origini.